“È l’inizio di una partita che va giocata con nuovi inserimenti e vinta? Sì“. Chi lo dice è Sara Gama, difensore della Juventus negli ultimi giorni comparsa sulla copertina dell’Almanacco Panini 2019/2020. Una voce importante a favore del professionismo che si leva dal mondo di Twitter. Direzione? Calcio femminile e, soprattutto, opinione pubblica. Quella che tre giorni fa ha accolto con soddisfazione l’approvazione da parte della Commissione Bilancio del Senato di un importante emendamento alla legge di Stabilità. Che tocca le atlete in prima persona. In sintesi: le società femminili potranno stipulare contratti di lavoro sportivo, favorite da un esonero contributivo al 100 per cento per 3 anni fino a un massimo di 8000 euro.
Come già detto, un piccolo passo verso il professionismo. La Manovra dovrà poi diventare legge e passare al vaglio delle varie federazioni sportive (FIGC inclusa). Nel caso in cui per il mondo del calcio femminile questo diventasse realtà (ed essendoci tutti i presupposti, ce lo auguriamo), le atlete potranno beneficiare di una retribuzione mensile fissa, di contratti collettivi, di tutele assicurative e di contributi pensionistici. Quello di cui già possono godere da tanto tempo i colleghi uomini.
È l'inizio di una partita che va giocata con nuovi inserimenti e vinta? Sì.
È nelle Federazioni che si decide in merito allo status delle atlete e così sarà in #Figc, dove discuteremo assieme ai nostri club. Troviamo insieme la via migliore per un obiettivo che oggi è più vicino— Sara Gama (@SaraGama_ITA) December 11, 2019
Il senatore dem Tommaso Nannicini, promotore dell’emendamento, ha commentato così la notizia dell’approvazione: “La legge 81/91 già lo consente, ma evidentemente c’è una strozzatura che impedisce di fatto alle donne sportive, anche alle calciatrici della nostra nazionale che si sono distinte a Parigi 2019, di svolgere la loro attività come una professione. Per questo abbiamo proposto un incentivo per le società le cui federazioni decidono di far aderire al professionismo i relativi campionati (…). E’ un passo importante per la parità: in questo modo le sportive d’eccellenza potranno avere garanzie assistenziali e previdenziali, in analogia con quanto avviene per gli uomini“.
