Professionismo nel calcio femminile? In Spagna sarà realtà tra pochi giorni. Precisamente, il 15 gennaio prossimo. Giorno in cui verrà sottoscritto il primo contratto collettivo di categoria. Questo, anticipato dal pre accordo del 20 dicembre, vedrà il riconoscimento di alcuni fondamentali diritti. In primis, quello a un salario equo: 160000 euro lo stipendio lordo per un contratto full time, 120000 euro per la soluzione part time. Stesso discorso per ferie e maternità. Se per le prime è 30 il computo dei giorni retribuiti, per la seconda la calciatrice può rinnovare il contratto (per un altro anno) alle stesse condizioni di quello sottoscritto nella stagione in cui è rimasta incinta. Non solo: i club provvederanno all’assicurazione dell’atleta in caso di infortunio temporaneo o permanente. Come racconta il portale L Football, il contratto collettivo verrà rinnovato ogni anno, avrà effetto retroattivo (relativo alla stagione in corso) e sarà esteso anche alle società che non hanno partecipato alla negoziazione.

Come si è arrivati a un contratto prossimo a essere firmato? La battaglia, manco a dirlo, è stata lunga e laboriosa. Sciopero incluso. Quello proclamato per il weekend del 16-17 novembre 2019, dopo 13 mesi di trattative e ben 21 incontri. Più di 200 le giocatrici che hanno aderito alla serrata, contando sull’appoggio di personalità di spicco del calcio maschile come Griezmann e Iniesta. “Huelga por la igualdad” (Sciopero per l’uguaglianza) uno degli slogan più utilizzati per l’occasione. Una voce che non è passata inosservata. Anzi. Obiettivo (quasi) raggiunto.

 

 

QUALCOSA SI MUOVE: LE CALCIATRICI IN ITALIA VANNO VERSO IL PROFESSIONISMO

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