Un secondo posto ai Mondiali, due medaglie d’argento ai Giochi Olimpici, sette Copa América Feminina portate a casa. Oltre a calciatrici di primissima fascia e tecnici di ottimo livello. Il movimento calcistico brasiliano parla da sé, ben rappresentato dalle verdeoro di Pia Sundhage attualmente all’ottavo posto del Ranking FIFA. Eppure, al netto dei risultati sportivi, i margini di miglioramento sono evidenti. A partire dalla percezione da parte dell’opinione pubblica. Ma procediamo con ordine.

BRASILE, LA SÉRIE A1: UN PERCORSO ACCIDENTATO

Da sempre osteggiato, il calcio in rosa brasiliano sconta gli effetti di due macro problemi: lo stigma sociale legato a una presunta scarsa femminilità della calciatrici e il proibizionismo durato dal 1941 al 1979. Sì, perché in quel lungo lasso temporale a bambine e ragazze era proibito giocare a calcio. Non solo in competizioni ufficiali, ma anche per puro e semplice divertimento. Ecco allora spiegata la difficoltà ad organizzare un torneo nazionale, a partire dal 1983. Se nel 2016 la competizione prevedeva 20 club, la ristrutturazione del 2017 ha segnato l’avvio della scansione tra Série A1 (16 squadre) e Série A2 (16 squadre in 2 gironi). Dal 2013  è il Ferroviària a detenere il maggior numero di titoli (2), seguito da Rio Preto, Corinthians, Centro Olimpico, Flamengo e Santos (1).

Ecco i club attualmente iscritti alla Série A1 2019/2020:

  • Ferroviària
  • Santos
  • Avaì
  • Palmeiras
  • Corinthians
  • Grêmio
  • Cruzeiro
  • Internacional
  • São Paulo
  • Minas Icesp
  • São José-SP
  • Iranduba
  • Flamengo
  • Audax-SP
  • Vitória
  • Ponte Preta

L’ESORDO DELLA NAZIONALE VERDEORO? IN ITALIA

Jesolo, 22 luglio 1986. È lì che la selezione verdeoro ha fatto il suo debutto in campo internazionale. Avversario di turno gli USA, vittoriosi per 1-2. Era il Brasile di João Souza Varella. Da lì in poi un percorso lungo, tortuoso, ricco di soddisfazioni e con un significativo crescendo di risultati. Top scorer assoluta l’eterna Marta (108 reti), mentre è Formiga la calciatrice con più caps (198). Nel 2017 uno storico cambio di guida tecnica: dopo l’esonero del tecnico Emily Lima, ecco l’approdo della svedese Pia Sundhage.

LE CALCIATRICI BRASILIANE CHIEDONO GIUSTIZIA

Rispetto. È quello che chiedono da tempo le calciatrici brasiliane. In primis da parte dell’opinione pubblica, da sempre ostile nei loro confronti. Ma anche davanti agli organi federali, complici salari inadeguati. Una protesta, quest’ultima, portata avanti nel 2017 da coach Emily Lima e, tra le altre, dalle calciatrici Cristiane, Rosana, and Francielle. Risultato? La prima cacciata, le altre ritiratesi. I problemi persistono: un’atleta carioca percepisce in media il 20% in meno rispetto a un collega uomo. Per questo durante la recente finale del Campionato Paulista tra Corinthians e São Paulo è andata in scena un’efficace forma di protesta. Alla fine del match il risultato recitava: Corinthians-São Paulo 2.4-0. A ogni intero (leggi: gol) veniva sottratto lo 0.2. Proprio il 20% di gap salariale tra uomini e donne, in Brasile.

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